REDDITO DI CITTADINANZA IN PROVINCIA DI SONDRIO

Analisi a 18 mesi dall’inizio della misura

Tutti i cittadini che hanno ricevuto il primo assegno del RDC ad aprile 2019 riceveranno l’ultimo il prossimo 28 settembre, mentre il pagamento di ottobre verrà sospeso. Infatti la misura pur avendo una durata totale di 3 anni è divisa in due periodi di 18 mesi non
consecutivi. Tra un periodo e l’altro deve passare almeno un mese, trascorso il quale sarà possibile effettuare una nuova richiesta.
Il reddito di cittadinanza (RDC) partito appunto ormai 18 mesi fa si si sviluppa su due macro obiettivi: la lotta alla povertà e il reinserimento lavorativo o inclusione sociale per quei soggetti in particolari situazioni di disagio e fragilità. Per quanto riguarda la nostra Provincia è interessante analizzare alcuni dati. A settembre 2020 si registravano 2352 persone beneficiarie del RDC appartenenti a 1079 nuclei famigliari quindi 13 percettori ogni 1000 abitanti

E’ interessante notare come da marzo 2020 ad oggi, quindi dall’inizio della pandemia COVID-19, e con la conseguente chiusura / diminuzione delle attività lavorative si è registrato un incremento superiore al 20% del numero delle persone / nuclei beneficiari. La percentuale delle persone beneficiarie rispetto alla popolazione residente è più bassa rispetto a quello sia regionale che nazionale ed anche tra tutte le Provincie Lombarde solo Lecco ( 1,24%) ha il dato più basso ( Como 1,46%).

L’importo medio del RDC ricevuto da un nucleo famigliare per la nostra provincia è pari a 490€ euro ed in base al numero di componenti oscilla da un minimo di 464€ ad un massimo di 546€.

Un analisi interessante è suddividere gli importi medi percepiti da un nucleo rispetto al numero di persone che lo compongono:

Si puo’ osservare come l’aiuto dato dal RDC suddiviso per ogni componente incida sempre meno all’aumentare del numero di componenti.
Infatti il RDC è stato concepito come una integrazione del proprio reddito fino al raggiungimento di una soglia massima stabilita per ogni nucleo con dei parametri che partendo da 1 arrivano a moltiplicare l’integrazione al reddito fino a 2,2 volte considerando le diverse tipologie dei nuclei. Pertanto la soglia massima per un nucleo monoparentale è 500€/mese più’ eventuali 280€ in caso di affitto fino ad arrivare ad una soglia di 1.330€/mese nel caso di tre adulti e due minorenni in affitto. Si può osservare come i nuclei monoparentali nella nostra Provincia sono tra l’altro più della metà del totale dei nuclei percettori del RDC e di questi quasi un terzo (28%) sono disabili.

Ultima analisi riguarda la presenza di minori e/o disabili accertati sul totale dei nuclei percettori del reddito:

Evidente come il 56% delle famiglie totali hanno nel loro interno almeno un minore e/o un disabile e quindi di come il RDC serva a parziale ripiego ad un’evidente mancanza di politiche di welfare specifiche per queste situazioni.

LA FASE DUE?

Tutte queste analisi sono riferite appunto alla cosiddetta “fase uno” in quanto ad oggi questo strumento si è rivelato nei fatti un mero sostegno economico mentre delle seconda gamba, quella delle politiche attive, dell’aiuto alla ricerca di un lavoro, alla partecipazione a corsi
formazione, etc anche all’aiuto dei 10 navigator assunti presso i 5 Centri Per l’Impiego della nostra provincia non sia ha purtroppo notizie.
È necessario investire invece sui centri per l’impiego pubblico, sia attraverso l’implementazione delle dotazioni tecnologiche che sulla formazione del personale che sulla loro capacità di fare rete con gli attori che si occupano di lavoro (sindacati, imprese, agenzie per il lavoro, enti accreditati) e diventare un riferimento per coloro che hanno minori opportunità di trovare un lavoro uno strumento efficace ad integrazione che vada a integrare in modo complementare quello del privato. Senza questo fondamentale apporto del pubblico chi ne paga le conseguenze, ancora una volta sono le persone più’ fragili, quelle meno professionalizzate, quelle che non riescono a stare al passo con i repentini cambiamenti del mondo del lavoro e quindi non appetibili al sistema di collocamento privato che invece ha soppiantato negli anni il ruolo di protagonista nel incontro tra domanda e offerta. Il reddito di cittadinanza può aver dato risposte sulla povertà, ma sull’occupazione siamo all’anno zero: non basta assumere navigator per creare posti di lavoro. Bisogna accompagnare al lavoro, favorire le condizioni adatte e crearlo dove non c’è. Per questo è importante in un momento come questo indirizzare le ingenti risorse europee verso il lavoro, sostenendo investimenti rivolti al green e alla sviluppo tecnologico, investendo ora in formazione, in politiche attive e di riqualificazione adeguate alle nuove sfide non dimenticando certo le face più deboli ma “mirando” con le misure “sociali” specifiche alle situazioni di fragilità accertata.

NB: I dati sono tratti dal portale INPS, liberamente rielaborati da Cisl Sondrio.

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