Incontro sulla Guerra in Ucraina

Dall’articolo uscito sul quotidiano “La Provincia” il 02/04/2023

Un momento per dare voce ai protagonisti, loro malgrado, di questo assurdo e drammatico conflitto». Con questo proposito è nato l’incontro “La guerra in Ucraina” organizzato venerdì dalla Cisl di Sondrio e da Anolf, Associazione nazionale oltre le frontiere, prezioso presidio per quanto riguarda la gestione dell’emergenza profughi sul territorio.

A introdurre la riflessione il segretario generale Davide Fumagalli. Diverse sono state le testimonianze di chi, appunto, ha vissuto (e sta vivendo) sulla propria pelle il dramma del conflitto alle porte dell’Europa. «Abbiamo pensato che tanto si è parlato di voi e dell’Ucraina. Molto meno, invece, lo si è fatto con voi, in uno spazio per raccontarvi e ascoltarvi, senza slogan ideologici». Non una conferenza di geopolitica, ma uno scambio prezioso su questo scontro fratricida che, tuttavia, ha saputo generare fin da subito tante azioni di bene, se si pensa «agli aiuti umanitari partiti fin da subito anche dalla nostra provincia e alle grande disponibilità per l’accoglienza». Introdotta dal segretario Cisl Vittorio Cantoni, Antonia, badante ucraina da oltre vent’anni ad Ardenno, è stata la prima a ripercorrere i drammatici momenti di febbraio 2022 quando tutto inizio. Commovente il ricordo della partenza per il fronte del figlio, chiamato a difendere i confini della patria: è lì che ha perso la vita. «Ora riposa sotto un lembo di terra da cui spunterà un
fiore di primavera», ha detto in lacrime. «Prego il Signore che l’esercito russo deponga le armi, cosicché ogni madre possa abbracciare il proprio figlio».
Il sindaco di Ardenno, Laura Bonat, ha poi ricordato l’accoglienza predisposta fin da subito in un’ex scuola del territorio comunale.
«Ci siamo sentiti tutti, fin da subito, coinvolti. Questa situazione ha colpito delle persone che fanno ormai parte delle nostre famiglie». In pochissimi giorni il paese si è attivato e ha raccolto quanto necessario per l’ospitalità: un esempio straordinario di generosità.
Da Chmel’nyc’kyj, città dell’Ucraina occidentale, si è collegata la dottoressa Kateryna Mihal, colei che gestisce tuttora in loco gli aiuti umanitari e i medicinali inviati dalla Valle per i soldati al fronte a Donetsk, a Charkiv e Kherson.

A Monia Copes, operatrice della Caritas diocesana di Como, è stato affidato il ricordo dell’accoglienza in provincia dei migranti ucraini. «Tante famiglie del territorio hanno accolto con grande affetto i profughi e hanno dato vita a breve tempo a esperienze
lavorative, concretizzate con contratti di lavoro. La rete sociale si è mossa in tutti i sensi ».
Nella “Terza guerra mondiale a pezzi”, per usare un’espressione di papa Francesco, la pace non può rischiare di essere un concetto astratto. In Bielorussia, per esempio, a cavallo tra Russia e Ucraina, non c’è la guerra, ma nemmeno la democrazia: la dittatura autoritaria de facto di Aleksandr Lukašenko mina la stabilità del Paese, come confermato dalla giovane attivista Yuliya Yukhno, costretta all’esilio, dopo aver subìto due incarcerazioni. “Il mio popolo ha bisogno di sostegno – ha detto venerdì in collegamento
streaming – e spero che lo Stato italiano intervenga. È importante che non venga meno l’attenzione rispetto a quanto sta succedendo in Bielorussia”.

«Mi auguro – ha concluso Cheikh Mbacke Lo, presidente di Anolf Sondrio – che il prossimo incontro che faremo sarà per festeggiare la fine della guerra». È la speranza di tutti.